martedì 19 luglio 2011

Mi trovo all'Ospedale Niguarda di Milano, prima di arrivarci però ho dovuto passare un periodo piuttosto difficile, vari esami per trovare la diagnosi, una toracotomia fatta per niente, un interruzione di gravidanza.
In un ospedale dove vivo non sono riusciti ad analizzare i materiali bioptici in nessuno degli interventi che avevo fatto, nella migliore delle ipotesi c'erano due versioni un sospetto linfoma H. oppure una semplice infiammazione. Ho passato mesi di inferno contornati da una gravidanza inaspettata (in concomitanza della diagnosi) che ho dovuto interrompere per iniziare la chemio di prima linea (ABVD).
La diagnosi (sugli stessi preparati istologici) l'hanno fatta praticamente subito a Pavia (dove c'è un centro molto rinomato e affidabile di anatomia patologica).
Mi chiedo c'è qualcun altro che ha avuto il mio problema o che lo stà affrontando come me?
Come è possibile che facendo una toracotomia e prelevando un campione su quello stesso campione un patologo faccia diagnosi certa, uno faccia una diagnosi sicura al 70% e un altro dica che non cìè niente solo infiammazione?
Su questo vorrei poter confrontarmi con qualcuno che studia anatomia patologica o che la pratica come attività.
E' possibile che una persona (quando va bene) deve subire un viaggio di 300Km per andare a curarsi? Non sono protocolli standard?
La specializzazione degli ospedali è giusto che ci sia ma deve esserci una base di conoscenza e di competenza comune a tutti e soprattutto interscambio di informazioni in tempo reale. Inoltre i dottori non ammettono mai i propri limiti e pensano sempre di essere scavalcati, invece l'umiltà e il dialogo, il chiedere a chi ha più esperienza e mettere in prima linea il fatto che non si finisce mai di imparare sarebbe già una buona cosa.

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